Arte e moda: binomio assoluto.  Sinergia preziosa per l’animo. La moda che imita l’arte che imita la vita.  Ad incentivare tale esperienza è il Museo del Tessuto di Prato che  inserisce nel progetto espositivo “Tra Arte e Moda”, ideato e promosso dal Museo Salvatore Ferragamo di Firenze, la mostra “NOSTALGIA DEL FUTURO NEI TESSUTI D’ARTISTA DEL DOPOGUERRA”, che ravviverà le sale fino a Marzo 2017.

Una mostra che scopre lo scenario delle visioni degli artisti del secondo dopoguerra che gettano un’occhiata al futuro arcano e invivibile e lo intrappolano nella nostalgia dell’invivibilità.

Gli artisti hanno trasferito sui tessuti l’idea del futuro, influenzata probabilmente dall’angoscia degli anni della guerra.. Hanno creato fantasie, promosso arte sul vestiario, hanno investito il costume con l’arte.

Tessuti dalle stampe futuristiche, manufatti tessili dai colori vivaci e sgargianti. Opere di artisti di varia formazione – Piero Dorazio, Fausto Melotti, Roberto Crippa, Gianni Dova, Enrico Prampolini, Lucio Fontana, Gio Ponti – vissute in un unico momento.

“Il trionfo vero, sociale, universale, di una figurazione non è d’essere, finalmente, stampata? Di diventare immagine? ”, si chiedeva Gio Ponti.

Qualsiasi disegno e segno possono essere afferrati e stampati, diventare stoffa. Si può dare una nuova vita ai tessuti . Rappresentare con stampe, fantasie e colori, quello che la mente umana immagina, vive, percepisce. Un acquisto positivo per il valore del tessuto stesso che, finalmente, è valutato come merce economicamente potente, svalutata negli anni della guerra.

Quattro sezioni sono maturate all’interno della mostra:

La prima dedicata ai materiali della Manifattura Jsa che vanta collaborazioni con Gio Ponti, la seconda dedicata ai progetti per tessuti stampati proposti ai concorsi delle IX, X, XI edizioni de La Triennale di Milano appartenenti all’Archivio Massimo e Sonia Cirulli. Altra sezione particolarmente inedita è quella dedicata ai foulard di seta stampata su disegno  di Giuseppe Capogrossi. . La mostra si chiude con un piccolo omaggio all’esperienza manifatturiera pratese. La ditta Figli di Guido Pugi partecipò alla IX edizione (1951) de La Triennale presentando un tappeto eseguito su disegno di Giuseppe Ajmone vincitore del premio Compasso d’Oro.

Un tuffo nel passato per farci raccontare quello che probabilmente è il nostro presente. Un presente che vive nel passato il proprio futuro, incantato dall’arte del disegno e della pittura che si proietta nell’arte dei moderni: la moda.