Intro

A quasi due mesi dalle passerelle dell’Australian Fashion Week abbiamo intervistato una delle designer che avevano attirato maggiormente la nostra attenzione.

Meredith Bullen, 23 anni, è tra i fashion designer australiani che ci avevano incuriosito per la sua capacità di trasportare in passerella l’Australia, con i suoi colori, i suoi paesaggi e la sua tradizione di terra di coloni.

Laureata con lode alla University of Technology di Sydney in progettazione tessile e fashion design è sempre stata interessata all’arte e alla moda fin da quando praticava danza.

Ecco che cosa ci ha raccontato di sè e dei suoi progetti futuri Meredith Bullen.

Parlaci di te e del tuo lavoro.
Il mio lavoro si contraddistingue per gli abiti creati su misura, composti da pezzi sartoriali lavorati a mano. Quello che cerco di fare è focalizzare l’attenzione sulle lavorazioni artigianali, sui dettagli, per rendere distintivo il mio design nel tentativo di celebrare l’unicità. L’accostamento di tessuti unici e in netto contrasto fra loro, le forme oversize e la creatività illimitata forgiano una nuova eleganza australiana.

 

Raccontaci la tua collezione
ADAPT esplora la relazione tra corpo, abito e paesaggio. Si ispira ai primi colonizzatori e al modo in cui hanno adattato i propri codici stilistici all’ostico paesaggio australiano.

La collezione è composta da capi in lana, filati a mano, che richiamano gli arbusti del paesaggio australiano, e da indumenta in denim pratici e funzionali.
L’idea di adattabilità si traduce in forme oversize, ispirate agli abiti da lavoro, sovrastrutturate e stratificate. Ciascun indumento, attraverso l’inserimento di dettagli come occhielli, anelli, fibbie, cinture e chiusure a cordoncino, può essere indossato in differenti modi e avere diverse vestibilità.
Questo concetto di adattabilità è stato sperimentato sia su modelli maschili che femminili.

 

Da cosa ti lasci ispirare?
Dalla fotografia e dalla ricerca sia tessile che tecnica, come la costruzione dell’intreccio e il processo di campionatura e di sperimentazione, che hanno fortemente influenzato il mio lavoro.

Dall’arte e dai paesaggi naturali: come fattori esterni, hanno decisamente un impatto sulla moda e sui codici vestimentali, così come il movimento del tessuto e le interazioni tra diverse texture.

 

Tre aggettivi che descrivono il tuo design?
Strutturato, oversize e unico.

 

Tre aggettivi che descrivono la moda nel tuo paese?
Divertente, casual e in evoluzione.

 

Che tipo di musica ascoltavi durante la realizzazione del tuo ultimo progetto?
Tutto ciò che è stato in grado di motivarmi. Solitamente cerco sempre qualcosa tra i Mix dei Flight Facilities, le cui traccie durano circa un’ora: è un buon modo per tenere conto del tempo.

 

Artisti, fashion designer che ami e che ispirano il tuo lavoro?
Proenza Schouler, Marni, Joseph, Paloma Wool, Faustine Steinmetz.

 

Un colore che ami?
Blu Navy.

 

Una persona famosa che vorresti vestire e che tipo di indumento ti immagini possa indossare?
Lorde. Me la immagino in una tuta in jeans abbinata a un cappotto o un blazer anch’esso in denim.

 

Cosa stavi facendo prima di rispondere a queste domande?
Bevevo un caffè.

 

Chiudi gli occhi e immagina una forma o un oggetto che descriva il tuo paese.
Un cerchio.

 

Nei mesi dopo la laurea Meredith ha continuato a lavorare a Sydney ma a breve partirà per New York per per completare un MFA (Master in Fine Arts) in Fashion Design and Society presso la Parsons School of Design.
Questo la dice lunga sulla sua volontà di sperimentare e di ricercare.

 

Leggendo le sue risposte ci è venuto spontaneo chiederle che cosa dobbiamo aspettarci da lei in futuro come designer.

Continuando i miei studi spero di sfidare me stessa e di spingermi oltre per ampliare e ridefinire la mia identità artistica. Spero di ottenere il massimo da questa esperienza internazionale alla Parsons School così da tornare in Australia per lanciare un mio brand che si caratterizzerà di indumenti unici e evergreen, senza rinunciare al denim.

Nell’attesa di sentire ancora parlare di lei, le facciamo un grosso in bocca al lupo per la realizzazione di questi sogni ambiziosi.