Si è appena conclusa la Australian Fashion Week, una sei giorni all’insegna della moda, che ha visto il susseguirsi in passerella dei migliori e più talentuosi designer del nuovissimo continente.
Come previsto, anche quest’anno la Australia Fashion Week si è confermata palcoscenico vivace e dinamico, vetrina internazionale non solo per gli stilisti emergenti, ma anche per i brand australiani già affermati.
La kermesse ha preso il via il 14 maggio con la proposta resort 2018 di Dion Lee, tornato a sfilare alla MBFWA con una capsule collection maschile, perfettamente integrata ai colori accesi e alle linee sartoriali della collezione femminile.
Nella moltitudine delle creazioni viste sfilare in passerella The Fashion Atlas ha selezionato i capi sofisticati di Christopher Esber, abilissimo ad esaltare la silhouette femminile con pantaloni morbidi e vestiti fluenti, i modelli dalle linee sinuose di Michael Lo Sordo, immancabilmente proposti in rosso, suo colore rappresentativo, e gli abiti ricercati di Gary Bigeni, nel giallo e nel blu elettrico del tessuto a pois.
Nella nostra selezione non poteva mancare Anna Quan, che ha dimostrato ancora una volta la sua abilità nel decostruire i capi proponendo la classica camicia in versione giacca, top monospalla e maxidress.
Tra i designer più concettuali visti in passerella sicuramente spicca Yousef Akbar con il suo sapiente uso di tessuti fluidi in lurex mescolati a materiali di consistenza completamente diversa.
Di estrema ricercatezza sono state le creazioni di Mariam Seddiq che, grazie all’utilizzo di tessuti preziosi, ha trasformato una semplice t-shirt in un perfetto top da abbinare a gonne a mezza ruota e abiti sinuosi in bianco nero e rosa cipria.
Tra i brand emergenti più frizzanti che arrivano dal nuovissimo continente c’è Vale Denim che ha presentato una collezione in denim, proposto nei colori del bianco, rosso e giallo, oltre ai classici lavaggi, accostati a fantasie e capi gessati. Tra le forme più interessanti spiccano la salopette scomposta in top-pantalone, gli abiti dalle linee morbide e il completo camicia-pantalone in jeans monocromatico.
Anche la sfiata di MacGraw ha portato un soffio di vivacità e freschezza in passerella. Abiti, completi tailleur pantaloni e camicette di chiaro richiamo anni ’70, proposti in fantasie floreali e jacquard, check e pattern ispirate al mondo della natura.
Un’attenzione particolare va dedicata a Dyspnea che manda in passerella una ragazza capace di coniugare la propria anima rock ad abiti finemente decorati con paillettes e swarovski, applicati su tulle trasparenti, in colori chiari, dal bianco al rosa confetto e celeste pastello. Audace anche la scelta degli inserti in fur sintetico che regalano dinamismo e plasticità alle creazioni.
Per l’impegno dimostrato verso una moda ecosostenibile è doveroso menzionare KitX, brand di moda ecofriendly, che ha proposto abiti drappeggiati e iperfemminili, e il marchio Ten Pieces che ha prodotto la collezione sporty-street utilizzando materiali riciclati e biodegradabili, riducendo lo scarto di tessuto in fase di produzione.
Ricerca di tessuti, forme fluide e decostruite, abiti dal taglio sartoriale e un approccio contemporaneo al design svincolato dai manierismi, la dicono lunga sulle potenzialità di questi talenti. La loro valorizzazione sta alla base del successo della moda australiana, sempre più lanciata verso un riconoscimento globale.