Intro
“Immobile, tutto risulta immobile. Una stagione promettente alle porte ma ancora tutto è immobile”.
Come una fotografia che blocca lo scorrere del tempo.
Così si può descrivere la collezione della giovane designer Martina Cella, che trae ispirazione da luoghi fermi nel tempo, come le piscine, i campi da tennis e i parchi acquatici in attesa di riempirsi di bambini la stagione successiva.
Martina Cella gioca con i colori, le forme e mescola le stagioni, portando l’estate in inverno, affascinata dal silenzio e dalla condizione statica, quasi in sospensione, dei luoghi tipicamente estivi durante i mesi invernali.
Così, capi dal sapore sporty popolano questi luoghi vuoti con il loro “rumore visivo” e con i colori accesi, come il rosa e il rosso o il blu talco, li riempiono di allegria.
Le linee sono pulite, le forme ripetute e geometriche, le righe sono alternate a trasparenze e plissé, il silver e il bianco illuminano e sono mescolati al blue jeans, sfilato e sfrangiato.
La collezione PE2017 di Martina Cella è ironica e piena di contrasti, così come ci ha raccontato la designer durante la nostra intervista.
Interview
Ci descrivi la collezione Primavera-Estate 2017?
La collezione PE2017 “Pause” nasce da un viaggio a New York. Tra i tanti luoghi che ho avuto il piacere di visitare, mi ha colpito più di tutti Coney Island. Mi hanno affascinato le sue innumerevoli attrazioni chiuse durante l’inverno. Il clima era incantevole, i colori vividi e contrastanti, le grafiche sgargianti e pop.
A questa ispirazione ho aggiunto un tocco sporty e tanta ironia.
Da dove trai ispirazione per le tue creazioni?
Generalmente sono i viaggi ad ispirarmi, mi diverto a fotografare con i miei occhi alcuni particolari che colpiscono la mia attenzione per poi reinterpretarli nelle collezioni.
E poi, c’è un momento in cui le idee migliori prendono forma: la notte. E’ il momento che preferisco!
Colori che preferisci?
Per molto tempo ho amato il nero. Ora ho riscoperto la bellezza dei colori e amo proporne di nuovi ogni stagione.
Cè un artista o un designer che prediligi o con il quale ti piacerebbe collaborare?
Non c’è un artista in particolare, sono affascinata da così tanti designer che sarebbe impossibile!
Ogni giorno, facendo ricerca, scopro nuovi artisti che propongono la loro visione creativa.
Mi affascinano le performance artistiche, le istallazioni e i percorsi creativi per la capacità di farti diventare un’unica cosa con l’opera d’arte.
Che genere di musica ascolti quando lavori e cosa hai ascoltato mentre realizzavi la PE2017?
Generalmente mischio i generi musicali. Il tipo di musica che ascolto dipende anche dal mood della giornata.
Per quanto riguarda la PE2017 mi ha aiutato molto FLUME con i suoi pezzi molto energetici.
Cosa vuol dire essere una designer emergente?
Credo che essere una designer emergente significhi coniugare innovazione e originalità a qualità e praticità.
Per emergere non basta essere bravi designer, bisogna sapere fare i conti con tutto il meccanismo che fa funzionare il sistema moda: dalla creazione della collezione alla vendita al cliente finale, passando per lo showroom, la presentazione alla stampa, la selezione dei fornitori, la produzione dei capi. In poche parole, bisogna essere pronti ad affrontare la realtà che non è essere un giovane designer non vuol dire solo creare una bella collezione.
Scegli una forma o un oggetto che ti fa pensare all’Italia.
Se penso all’Italia, penso alla bellezza, che è tanta, in ogni dove.