Intro

Abbiamo intervistato ÀLEA, un nuovo brand di luxury streetwear made in Italy. Fondato da tre ragazzi italiani che hanno deciso di rielaborare lo streetstyle in chiave sostenibile. I punti focali sui quali si sviluppa il loro progetto sono qualità, ecosostenibilità della produzione ed unicità del design.

Un giovane brand con un’unica collezione all’attivo, al momento, ma che ha già attirato l’attenzione dei buyer in diverse capitali della moda.

Chi siete? Raccontateci di voi? ma… ognuno di voi descriva l’altro. 🙂

Siamo un gruppo di tre professionisti specializzati in ambiti diversi. Vincenzo Lattanzio si dedica al design del marchio dopo un percorso articolato che lo vede concentrarsi sulla ricerca tessuti per alcuni nomi di spicco della moda internazionale come Jil Sander, Giorgio Armani, Prada ed Ermenegildo Zegna.

Io, Stefano Pugliese, mi occupo del management portando nel progetto una formazione accademica in Bocconi, una conoscenza strategica del panorama start-up e una passione personale per l’alta sartoria. Tatiana Orlova gestisce la parte commerciale facendo leva sulla specifica competenza di vendita maturata presso il New Guards Group.

Facciamo tutto a sei mani nel senso che sulla riuscita del prodotto tutti hanno il potere di apportare modifiche, fornire suggerimenti, ecc. Ma poi, ad esempio, anche nelle decisioni strategico-finanziarie, di cui io ho padronanza, trovo fondamentale il parere dei miei due soci. In generale è così per tutto, ci piace lavorare insieme!

 

Come è nata l’idea del vostro brand?

ÀLEA è nato dall’intesa tra me e Vincenzo circa 5 anni fa, da un paio di anni si è aggiunto il contributo determinante di Tatiana Orlova, che ci ha permesso di dare vita e concretizzare il progetto. Le sue competenze si “incastrano” in modo perfettamente complementare alle nostre, formando così un trio di ruoli diversi ma complementari in cui ogni aspetto del progetto è sviluppato in maniera autonoma e indipendente.

 

A che punto eravate prima del COVID?

Avevamo da poco debuttato alla FW di Parigi, nel nostro show-room indipendente, proponendo il brand a buyer provenienti da tutto il mondo. Gli stessi buyer hanno apprezzato e sposato il nostro progetto infatti, alcuni di loro, hanno anche effettuato degli ordini che sono stati successivamente sospesi a causa dell’emergenza globale che stiamo vivendo.

 

Ispirazioni e influenze della vostra prima collezione?

Fondato sui principi di identità e semplificazione, l’approccio creativo di ÀLEA evoca le origini del casual look con un significato inverso che si allinea all’evoluzione dei tempi. Partendo dai rebel without a cause, rappresentati dagli hooligans inglesi che usavano indossare abiti casual per disperdersi tra la folla, il luxury casual di ÀLEA presenta un ritratto attuale dei new conscious rebel, ovvero i giovani che tornano allo streetwear come un vero e proprio scenario di culto per riaffermare la propria libertà di movimento, di stile e di pensiero.

ÀLEA veste chi è capace di attraversare la modernità lucidamente, senza conformarsi alle tendenze univoche, senza apparire o sovraesporsi, dunque scegliendo la via dell’essenzialità e dell’autenticità come sfondo di espressione personale.

In questa prospettiva, lo streetwear emerge come genere comunicativo estremamente potente e istantaneo; una categoria di prodotto con cui il brand si rivolge ai nuovi protagonisti metropolitani per trasmettere un insieme di valori ben definiti, che oltre allo spirito di appartenenza e aggregazione mettono sempre in primo piano la ricerca, la sperimentazione e la rielaborazione dei canoni tradizionali in chiave futuristica e post- modernista.

La qualità dei tessuti e le tecniche di lavorazione proiettano le forme, i tratti stilistici e i pattern degli anni ’50, ’80 e ’90 in una dimensione digitale e contemporanea. Una dimensione in cui le grafiche cyber e le righe a colori diventano elementi iconici e immediatamente riconoscibili per spezzare ed esaltare un ritmo cromatico altrettanto impattante, in equilibrio tra natura e contesto urbano.

Il profilo di destinazione del brand si interseca, in particolare, con i Millennials e la Gen Z: due generazioni che condividono sicuramente una priorità nell’aspetto ambientale anche se molto differenti nell’aspetto pratico. Narcisisti e amanti dello show-off sui social i primi; pragmatici e riservati i secondi (pur essendo la prima vera generazione digital native).

 

Che cosa è per voi lo streetwear?

Lo streetwear è un modo di esprimere sè stessi nella vita di tutti i giorni, fuori da ogni convenzione sociale. Inoltre è anche un forte mezzo per parlare alle generazioni future, il nostro obiettivo è di trasmettere valori molto importanti come quello dell’amicizia, dello stare insieme, della sostenibilità.

 

Cosa vuol dire che siete un brand Organic Oriented?

ÀLEA racconta la storia di un prodotto sostenibile che vive di tessuti organici, capi recuperati da deadstock e stampe di ultima generazione. La consapevolezza e l’originalità del brand si rivelano dunque non solo sul piano di uno stile distinto e distintivo ma anche negli obiettivi strutturali di sostenibilità della produzione, trasparenza della filiera e valorizzazione del territorio.

Il prodotto nasce nei luoghi della tradizione manifatturiera del made in Italy, tra Puglia, Piemonte e Lombardia. La prima collezione, interamente realizzata in cotone, spazia dal topwear in jersey organico certificato ai pantaloni provenienti da giacenze di magazzino, recuperati e modificati con nuovi motivi grafici. Le stampe inkjet sono operate sui tessuti con macchinari di ultima generazione che utilizzano solo l’inchiostro necessario per finire il capo evitando le perdite d’inchiostro in eccesso.

Recentemente, la mission di rendere sempre più eco-compatibili i propri capi ha motivato la candidatura del brand al “The European Social Innovation Competition“, i cui fondi potrebbero agevolare il completo upcycling delle fibre plastiche poliuretaniche e poliacriliche. Con il supporto tecnologico di partner specializzati, unito al know-how di Vincenzo sui tessuti, la catena produttiva di ÀLEA arriverebbe a riciclare il 100% delle fibre fino a garantire anche l’offerta di prodotti interamente provenienti dai rifiuti plastici presenti negli oceani.

Perché in prima battuta, per il team ÀLEA, il “vero sostenibile” può essere ottenuto solo utilizzando quanto già esistente nell’ambiente, sotto forma di scarto, dandogli una seconda vita e una seconda occasione d’uso. Non è un caso che il recupero dei deadstock, tra i canali di approvvigionamento più significativi in questo senso, sia una risorsa fondamentale che in un prossimo futuro porterà il brand ad ampliare la propria gamma di prodotti per includere anche la rivisitazione di capispalla e knitwear.

 

 

Tessuti, colori e materiali che avete selezionato per la collezione?

Il tessuto ricorrente per tutta la collezione è il jersey al 100%, tra i colori dei capi prevalgono il bianco, il grigio e il nero per le basi e per le stampe il rosso e il celeste. Le collezioni future avranno un ampliamento sostanziale sia nella gamma cromatica che per la parte relativa ai tessuti in cui vorremmo inserire anche capi sintetici.

 

100% Made in Italy. Cosa vuol dire per voi?

Vuol dire che ogni singola componente e tutte le fasi della supply-chain sono italiane. Oggi molti brand comprano dall’estero il capo già parzialmente finito e lo ultimano in Italia applicando l’etichetta “Made in Italy”. Noi cerchiamo di comunicare, senza far polemica, ma con l’intento di dare un segnale positivo ai major del fashion system che se un brand emergente può fare tutto questo, a maggior ragione dovrebbero farlo anche i grandi.

 

Designer che influenzano il vostro lavoro?

Prada, Armani, Jil Sander.

 

Musica che avete ascoltato durante la creazione della collezione.

Post punk anni ’80.

 

Essere un brand emergente comporta tante difficoltà. Essere un brand emergente e doversi bloccare per una pandemia sicuramente rende tutto ancora più difficile. Come state vivendo questo momento e quali sono i progetti futuri?

Non ci arrendiamo, anzi, è un motivo per reagire, per concentrarci sulla comunicazione, per riflettere sugli errori e quindi per migliorarsi.

 

Chiudete gli occhi. 3 oggetti – o forme, o colori – che vi vengono in mente se pensate all’Italia!

Rosso Bianco e Verde. I colori della bandiera, i colori della pizza Margherita e i colori che ci rimandando inevitabilmente ad ÀLEA in cui il rosso ricorda le nostre stampe, il bianco di una tela vuota ovvero il punto di partenza in cui ci troviamo e il verde la nostra vocazione alla sostenibilità.