3 designer, 1 solo obiettivo: far conoscere la moda e la cultura portoghese nel mondo;

Ci riescono, mantenendo uno stile ben definibile, che, pur restando legato alle loro radici, riesce ad inserirsi anche in uno scenario globalizzato.

Daniela Barros, Pé de Chumbo e Susana Bettencourt sono i tre designer della Portugal Fashion Week, che questa edizione di Altaroma ha ospitato.

Una sfilata collettiva, venti modelli per ogni designer e tre stili diversi che si fondono in una romantica rappresentazione del Portogallo di oggi.

Ad aprire il defilé é Daniela Barros, vincitrice di Who’s next Salon Paris e di numerosi altri premi e collaboratrice di alcuni brand giapponesi.

La sua é una donna moderna, decisa, che non ha paura di osare e “rubare” capi e tessuti dal guardaroba del suo uomo. Le linee scivolate sono declinate in tessuti con struttura, come il gessato di lana, il montone o la pelle.

I colori vanno dal verde cachi al cammello, dal blu navy al bianco e al nero. I capi, spesso asimmetrici e decostruiti mostrano una grande attenzione alla componente saroriale, senza dimenticare la sperimentazione.

Calcano poi la passerella i modelli di Susana Bettencourt, laureata in Fashion Design alla Central Saint Martin School di Londra e collaboratrice di vari brand di moda.

Mentre i primi modelli ci “ingannano” con un grafico bianco e nero, abbiamo un’esplosione di colori, che vanno dal rosso, al giallo al blu prima su base bianca e poi su base nera.

L’elemento grafico é fondamentale in questa collezione e raggiunge la sua massima espressione nel sapiente uso della maglieria.

Vestibilità oversize e linee morbide richiamano le influenze londinesi, città d’adozione della designer, così come il classico maglione a trecce, che viene però rivisitato in chiave ludica e colorata. La lana é il tessuto più usato, proprio per la forte impronta knitwear data alla collezione.

Infine abbiamo Pé de Chumbo, il brand della designer Alexandra Oliveira, che riprende un suo vecchio nick da teenager.

Tratto distintivo del brand é la texture, che in questa collezione viene caratterizzata dalla sovrapposizione di grossi fili di lana su pizzi leggeri e quasi impalpabili.

L’impronta fortemente etnica si percepisce soprattutto attraverso l’uso dei colori, che vanno dall’ecrù al grigio e dal rosso al nero.

La ricerca dei materiali é fondamentale, al fine di ottenere il contrasto tra pesante e leggero, opaco e trasparente. Per questa ragione la lana della maglieria e la seta del pizzo sono le scelte più adatte.

Questo piccolo scorcio d’Europa ci fa dunque comprendere quanto la manifestazione di Altaroma sia capace di captare e canalizzare stimoli da tutto il mondo e poi supportarli, dando ai designer stranieri e nostrani la possibilità di presentare il proprio lavoro al pubblico della moda.