Il tema più diffuso in queste settimane è senza dubbio la pandemia causata dal COVID-19 che sta colpendo il mondo intero, con annesso discorso su uso e diffusione della “mascherina”. Prima di questo tragico momento, noi occidentali non abbiamo mai, o quasi, sentito la necessità di indossare le mascherine. Al contrario, le mascherine da chirurgo -o anti-smog – sono da sempre popolarissime in tutta l’Asia.

Questo fenomeno si è originato in Giappone. A prima vista si può pensare che sia una scelta dettata dalla necessità di proteggersi dalle malattie trasmissibili per via aerea. O anche dalla cattiva qualità dell’aria causata dall’inquinamento. In realtà le motivazioni sono molto più profonde.

Mascherina accessorio, ansia sociale oriente

L’influenza culturale del Taoismo in Cina, Giappone e Corea ha aiutato il diffondersi delle maschere, all’interno della Medicina Cinese Tradizionale.

Secondo i precetti di questa arte curativa il respiro e la respirazione sono alla base di un buono stato di salute. Infatti esporsi all’aria insalubre può essere molto nocivo. Uno dei concetti centrali in questa visione è quello cinese del “Ki”, che si traduce con “atmosfera” o “forza vitale”.

Chi segue il Taoismo è fortemente convinto che quando il proprio Ki è impoverito, si è più esposti a malattie e dolori. Per questo respirare aria pulita è fondamentale. Un modo per assicurarsi di respirare aria pulita ed evitare che il Ki lasci il nostro corpo in favore di aria nociva, è appunto coprirsi la faccia.

La prima diffusione di massa delle mascherine nei paesi asiatici è legata al grande terremoto Kanto del 1923. Allora gli abitanti di Tokyo e Yokohama cominciarono ad indossarle. Il terremoto infatti aveva scatenato una serie di incendi, che distrussero oltre 600.000 abitazioni, riempiendo l’aria di fumo per molte settimane. Circa dieci anni dopo, nel 1934, le mascherine tornarono nuovamente popolari in seguito alla diffusione di una epidemia di influenza globale.

Contrariamente a quanto spesso si pensi, più che per difendersi dai germi altrui, i popoli asiatici utilizzano le mascherine per difendere gli altri dai propri batteri. Il fenomeno si è consolidato a partire dagli anni ‘50. L’industrializzazione post-bellica portò ad un aumento significativo dell’inquinamento, convincendo molti giapponesi a portare le mascherine durante tutto l’anno.

Mascherina accessorio, influenza 1934
Mascherina accessorio, salvaguardia salute oriente

Nel 21esimo secolo, le mascherine hanno iniziato a vivere di vita propria. In Giappone sono diventate un accessorio di moda. Sempre più colorate e originali, con disegni,  figure di personaggi manga o del cinema, fino a diventare “accessorio” brandizzato con i loghi dei brand di moda più famosi.

Nel 2019 le mascherine sono diventate uno dei simboli delle proteste anti-cinesi che hanno scosso le strade Hong Kong, al punto che il governo locale ne ha reso illegale l’utilizzo in luoghi pubblici.

Ma vediamo quali sono i motivi più comuni che spingono ad indossare le mascherine al giorno d’oggi.

Tra i primi c’è sicuramente la salvaguardia della salute. È ben noto che città come Tokyo e Osaka siano enormi agglomerati urbani con una densità di popolazione di gran lunga superiore a qualsiasi città dell’emisfero occidentale.

Quando il numero di abitanti rende costantemente congestionati gli spazi condivisi, il rischio di contagio e diffusione delle malattie sale vertiginosamente. Anche un semplice raffreddore o una lieve influenza può richiedere l’uso di mascherina. Qui, capiamo il grande senso civico di alcuni popoli.

Mascherina accessorio, protesta anti-cinese

Oltre che a prevenire le malattie, la mascherina è vista dai giapponesi anche come una buona soluzione per difendersi da polveri e pollini. Infatti in primavera si raggiungono picchi di densità particolarmente alti. La mascherina è, infatti, in grado di filtrare buona parte dell’aria che viene inalata, bloccando le polveri all’esterno e proteggendo l’organismo. È buona abitudine dei giapponesi indossarla anche quando si fanno in casa le pulizie stagionali.

Sarebbe un errore pensare che i giapponesi facciano uso di mascherine solo per questioni legate alla salute e all’igiene. Non sono in pochi i giapponesi che usano le mascherine in quei giorni in cui ritengono di non essere socialmente presentabili.Ed infatti la mascherina è un buon modo per nascondere condizioni antiestetiche difficili da coprire coi prodotti di bellezza, come brufoli, herpes e occhiaie. In queste circostanze, la mascherina diventa, dunque, la migliore opzione per correre ai ripari dall’insicurezza sul proprio aspetto fisico.

Può sembrare strano, ma sembrare alla moda è uno dei principali motivi per i quali i giapponesi usano le mascherine.

Tuttavia, è bene precisare che non è sempre stato così. In origine le mascherine venivano percepite come un accessorio imbarazzante, da indossare solo in circostanze obbligate, e di cui liberarsi il più presto possibile.

A partire dal lancio sul mercato delle cosiddette rittai masuku (立体マスク) nel 2003, però, c’è stata un’inversione di tendenza rispetto al pensiero che riguarda l’uso delle mascherine in pubblico. Molto più funzionali ed esteticamente piacevoli, le rittai masuku sono riuscite pian piano a trasformare le tanto odiate mascherine in un accessorio all’ultimo grido di cui sempre più giovani fanno uso.

Negli anni, la tipica usa e getta di colore bianco è stata infatti rimpiazzata da una vasta gamma di mascherine di materiale duraturo dai pattern e colori originali. Nella società giapponese contemporanea chi ne indossa una su base regolare viene considerato attraente, per l’aria di mistero che lo circonda.

Il fenomeno si è diffuso a tal punto che è stato coniato un termine specifico per indicare questo tipo di uso che viene fatto delle mascherine, ovvero date masuku (だてマスク, letteralmente “maschera per fare scena”).

Mascherina accessorio, fashion Giappone

Ultima, ma non per importanza, una delle principali ragioni per cui i giapponesi usano le mascherine è per sfuggire agli occhi degli altri. La possiamo definire “ansia sociale”. Come saprete, i giapponesi sono un popolo modesto, riservato e soprattutto timoroso del giudizio altrui.

La cultura giapponese, difatti, è estremamente severa con sé stessa e tende, al contrario di quella occidentale, a sfociare spesso nell’autocritica. Indossare la mascherina per chi ha problemi di timidezza importanti e mancanza di autostima è un modo per nascondersi dalla società, creando tra sé e l’esterno una barriera.

Le mascherine sembrano, dunque, essere per gli asiatici molto più che un semplice metodo per prevenire influenza e infezioni. Certo, quello rimane l’uso principale al quale questo prodotto è destinato, ma i giapponesi sono maestri nell’arte di unire l’utile al dilettevole.

Con tutto il rispetto per gli usi e i costumi di queste culture orientali, mi auguro che il mondo intero possa presto tornare a scegliere se usare o meno le mascherine, senza doverne avere più l’assoluta necessità.

 

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