La moda, macchina che macina e produce in tempi record è un meccanismo complesso in continua evoluzione che muta repentinamente a seconda dei tempi.

Oggi, ultimo giorno del 2018, vogliamo celebrarla parlando di ciò che quest’anno ci ha dato -e ci ha tolto- per non dimenticare le emozioni che ha trasmesso a noi, spettatori di questo stupendo processo creativo.

Green

adidas parley recycled ocean plastic

Procedendo con ordine, una delle tendenze che hanno caratterizzato l’anno che stiamo salutando è la tutela della natura. Con l’avanzare della crisi ambientale, il fashion system ha infatti virato il suo timone, verso una direzione più eco-friendly.
La moda quest’anno è stata capace di captare le esigenze dei consumatori sempre più sensibili alla tutela dell’ecosistema e ai diritti degli animali.
Dopo il successo Mondiale che Adidas ha ottenuto nel 2017, grazie alla vendita delle sneakers realizzate con plastica riciclata dall’Oceano, quest’anno la multinazionale ha annunciato che entro il 2024 convertirà la produzione solo ed esclusivamente alla plastica riciclata. Un grande passo, certo, fortunatamente non l’unico. Altri brand, infatti, hanno adottato la nuova filosofia produttiva. Il marchio sportivo Patagonia, ha lanciato la linea da neve Powder Bowl, realizzata con scarti pre e post consumo, in tessuto Gore-Tex 100% riciclato.

Lo stilista di Chicago, Mattew Williams, ha dato vita al suo brand Alyx nel 2015 ed è ad oggi uno dei brand più interessanti del panorama fashion. Conosciuto per l’aver collaborato con star internazionali quali: Lady Gaga e Kayne West, il fashion designer americano si è impegnato fortemente per la realizzazione di una moda sostenibile, lavorando con il cotone riciclato. Il marchio italiano Napapijri è stato premiato ai Menswear Award 2018 di Peta, vincendo il premio Best down-free brand per il lancio di capi spalla maschili che non sfruttano le piume d’oca, bensì un’ imbottitura termo isolante, e totalmente cruelty- free, detta: thermo-fibre. Altro grande cambiamento nel mondo del fashion è l’attenzione rivolta ad un capo tanto iconico quanto discusso: la pelliccia. Nel 2018 i brand: Gucci, Versace, Armani, Chanel, Furla e molti altri hanno definitivamente abbandonato la produzione di pellicce vere.

Logomania

Fendi e Fila, logomania,

Caratteristica degli anni ’80, la logomania è ostentazione del brand è stata demonizzata per anni poiché considerata poco chic, nel 2018 essa è tornata alla carica, molto più “prepotente“di prima. Ecco che il nome del brand è apparso sulle passerelle di tutto il Mondo a caratteri cubitali. Dolce&Gabbana, Dior, Louis Vuitton, Gucci, Fendi, sono solo alcuni dei marchi che hanno contribuito al dilagare del fenomeno.

Merito dei social che incitano gli utenti a rivendicare il proprio status, postando le foto della nuova borsa o del nuovo paio di sneakers firmate, contribuendo quindi a rendere ancora più virale la tendenza.

Il potere del logo è servito in alcuni casi alla diffusione di messaggi politici o a battaglie a favore delle donne come lo slogan sulla t-shirt di Diorwe should all be feminist”. C’è anche chi, come Dolce&Gabbana, ha sfruttato il logo in maniera ironica, semplicemente per rafforzare la propria immagine, scrivendo su t-shirt bianche “boycott Dolce&Gabbana”. La logomania, portata agli estremi, ha dato vita a diverse collaborazioni, ad esempio quella tra Off White e Gore-Tex. Tra tutte, quella che ha ottenuto maggior successo vede Fendi e Fila protagoniste. La storica maison Romana, si è infatti rivolta al noto brand di sportswear, per reinterpretare il proprio logo. Questo mash up di stili ha fatto letteralmente impazzire i più giovani e la capsule collection è stata un successo planetario.

Adaptive Fashion

adaptive fashion

Quest’anno si è celebrata la diversità in tutte le sue forme, ne abbiamo parlato tempo fa in un articolo dedicato all’adaptive fashion. Finalmente il fashion system ha riposto attenzione all’abbigliamento per persone con handicap di vario genere, facendosi carico delle esigenze di tutti e riuscendo a coniugare eleganza e praticità.

Ricordiamo l’ultima collezione della linea adaptive lanciata da Tommy Hilfigher, la campagna di George Keburia con la piccola Lile Sulaberidze, affetta da sindrome di Down e l’intervista di Teen Vogue a tre giovani disabili-influencer.

Fashion of the Future

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Se da una parte la moda torna sui suoi passi cercando di essere più rispettosa dell’ambiente, sull’altro versante si proietta molto lontano, cercando di guardare al futuro. La macro tendenza di quest’anno che più ha impattato sui social e nelle sfilate delle principali case di moda è l’estetica retro-futuristica post-internet, legata ai primi anni ’90.

Emblematica l’epica sfilata di Dior per la Pre-Fall maschile 2019 tenutasi a Tokyo. Protagonista dello show, un gigante metallico fortemente voluto dal direttore creativo della maison francese, Kim Jones. Lo stilista ha incaricato l’artista nipponico Sorayama di realizzare un sexy robot retro-futuristico, posizionato al centro della passerella.
Un segno che la moda, mai come ora, guarda al futuro  affascinata dal progresso tecnologico ma con la consapevolezza che la tecnologia è uno strumento per salvare  e plasmare il  mondo di domani.

Gli abiti che ricorderemo?
Il principesco abito da sposa firmato Dior indossato da Chiara Ferragni al suo matrimonio social contrapposto a quello raffinato e semplice di Meghan Markle che sposando il Principe Hanry ha stravolto tante regole aristocratiche del Regno Inglese ma ricorderemo anche il parka della first lady Melania Trump tanto criticato per la scritta “I really don’t care” indossato durante la visita ai rifugiati al confine col Texas.

Tra le sfilate più spettacolari e condivise su Instagram citiamo la spiaggia di Chanel al Grand Palais per la sua collezione Cruise 2019, con tanto di nave a dimensioni naturali e la sfilata di Gucci in stile sci-fi per la collezione Autunno/Inverno 2018-2019.

Questo 2018 verrà ricordato sicuramente per lo scivolone mediatico – ed economico – del brand Dolce&Gabbana con il governo cinese. Le dichiarazioni tutt’altro che politically correct di Stefano Gabbana  a seguito delle critiche ad una campagna pubblicitaria del brand in cui la donna cinese veniva rappresentata in maniera sessista  ha scatenato un vero e proprio boicottaggio del brand D&G in Cina.

Tirando le somme ci accorgiamo ancora una volta di come ill mondo della moda sia una realtà fondamentale per capire l’evoluzione della società. La fotografia del 2018 ci racconta una società dominata da contrasti e in fortissimo cambiamento,  in cui le regole vengono infrante e tutto diventa possibile, come ad esempio, che Aaron Philip, una modella trans, di colore e in sedia a rotelle firmi con Elite, l’agenzia più ambita al mondo da una modella, o che la 92enne Regina Elisabetta si sieda accanto ad Anna Wintour durante una sfilata della London Fashion Week – una delle immagini più cool del 2018.

Le nostre parole chiave per plasmare il 2019 sono rispetto per la diversità, di qualsiasi forma si tratti; diventare realmente green, la moda ha una fortissima responsabilità nei confronti dell’ambiente e la vera tendenza sarà quella del rispetto per il nostro pianeta. La sfida all’inquinamento passerà anche e soprattutto attraverso lo sviluppo tecnologico che è l’altra faccia della medaglia del sistema moda. Natura e tecnologia, due contrasti che nel 2019 dovranno camminare a braccetto per plasmare un mondo migliore.
L’ultima parola, ma non la meno importante, è IRONIA, fa parte del DNA della moda ma in realtà è l’ingrediente fondamentale delle nostre vite.

SMILE & HAPPY NEW YEAR!