L’artista Gésine Hackenberg trasforma antiche ceramiche in preziosi pezzi di gioielleria. Piatti, scodelle in ceramica, stoviglie d’epoca pescati in negozi di seconda mano vengono utilizzati come materia prima, da cui ricavare queste particolarissime creazioni.
Gésine Hackenberg ha studiato formazione orafa in Germania, prima, e poi anche design del gioiello alla Fachhochschule für Gestaltung Pforzheim. Nel 2001 si è laureata alla Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam. Dopo essersi stancata delle idee tradizionali di gioielleria, ha iniziato a distorcere la funzione di pezzi comuni come i piatti in ceramica per creare design unici.
Quindi, ha iniziato a sperimentare con i materiali, sia in senso concettuale che fisico. Decontestualizzandoli la Hackenberg gli ha dato un’esistenza nuova e inaspettata. In più ha fatto nascere un nuovo modo di intendere il concetto di “perline”.
La designer tende a concentrarsi sulla parte decorativa di un piatto o di una ciotola, come i famosi modelli Delft, che traforma in arte da indossare. Dopo aver selezionato i pezzi che userà per i suoi gioielli, usa una macchina di perforazione manuale per ricavare dei cerchietti, o come le chiama lei “perle“. Una volta che l’estrazione è terminata, i piccoli elementi vengono uniti, stretti insieme come perline. Nel caso di orecchini, anelli, spille vengono completati con il metallo. Tuttavia, non sono mai completamente separati dalla fonte. Quando non vengono indossati, i gioielli d’arte sono pensati per essere esposti vicino ai piatti da cui prendono vita.
Se non si conoscesse la storia alla base di questi gioielli in ceramica, nessuno direbbe che una volta venivano usati per gustare piatti prelibati.
Tra le sue creazioni, quella che abbiamo preferito è una collana, ricavata da un bellissimo piatto bianco e verde. Un sapore vagamente orientale la rende un gioiello esclusivo, adatto a chi sa apprezzare a pieno una creazione handmade e “riciclata”.