Le mules Zarina del collettivo creativo turco Sanayi 313 sono tra i modelli più particolari di quella che è la scarpa must-have dei questa Pe2017.
Partiamo da questo brand per parlare della storia delle mules e dei modelli proposti dagli altri brand.
Classico esempio di sabot a tacco medio, sono caratterizzate da un’applicazione in ottone, dal meraviglioso ricamo realizzato con fili metallici multicolor e dalle frange in pelle che arricchiscono il tacco.
Nelle ultime stagioni i designer hanno decretato un ritorno al flat per quanto riguarda il mondo delle calzature. Niente più stiletti o tacchi da 15 cm dunque, ma sabot, pantofole, mocassini dalle varianti stilistiche e materiche più disparate.
Zarina Mules
Sanayi 313
Oggi conosciute come “mules” e rilanciate dal genio di Alessandro Michele, negli anni ’90 erano gli iconici sabot, diretti discendenti di quelle slippers o pantofole, che sono state privilegio delle classi più agiate nel corso della storia.
La loro origine é antichissima. Si stima che già i sovrani assiri o delle altre popolazioni mesopotamiche indossassero questo tipo di calzature, in genere dalla suola piatta o con un tacco appena accennato e realizzate nei materiali più pregiati, come seta, raso e broccati.
Le donne romane non uscivano mai di casa con i “soccus” ai piedi, cosicché questi accessori cominciarono ad assumere connotazioni erotiche.
Nel Medioevo le pantofole di broccato o di velluto a suola piatta erano diffuse nell’alto clero inglese, mentre quando salì al trono Elisabetta I, le pantofole col tacco rappresentavano l’ultima moda, per uomini e donne.
Il re Sole Luigi XIV le indossava con tacchi molto alti in modo da sovrastare chiunque altro per statura.
A Venezia addirittura furono emanate delle leggi suntuarie, che limitassero l’uso di oro e pietre preziose nella realizzazione di queste calzature, che nonostante ciò continuarono ad essere un simbolo di distinzione sociale.
Due grandi icone di stile furono fedeli estimatrici di questi accessori: la regina Maria Antonietta di Francia e Giuseppina Bonaparte, moglie di Napoleone. La leggenda vuole che entrambe ne possedessero più di 500 paia a testa!
Nel XIX secolo, con la crescente popolarità dei balli, le pantofole di capretto leggero o di seta decorata con sfarzose roselline, pompon e fiocchi venivano letteralmente consumate dalle danze.
Poiché le scarpe comode erano considerate un indice di appartenenza alle classi lavoratrici, le donne europee e americane delle classi medio-alte indossavano le loro poco pratiche scarpette anche all’aperto, dove persino i fili d’erba potevano rovinarle irreparabilmente.
All’inizio del XIX secolo, il termine “pantofola” cominciò quindi ad essere utilizzato per definire ogni sorta di calzatura delicata.
La moda raggiunse il culmine dello sfarzo durante la Belle Epoque, periodo di sofisticatezza esasperata, dove le calze di seta finemente ricamate erano il complemento per le lussuose pantofole di raso e avevano il compito di attirare l’attenzione sulla caviglia. Con dandy quali Oscar Wilde e più tardi Gabriele D’Annunzio le pantofole da camera assunsero un significato ancora nuovo ed entrarono a far parte dei guardaroba maschili più ricercati.
The trend
Anche al giorno d’oggi le pantofole vengono talvolta acquistate per occasioni particolari, per abbinarle a un’elegante vestaglia da camera o a un vestito da sposa.
Negli anni ’90 esse vivono il loro periodo di maggiore eccentricità, prendendo il nome di sabot e raggiungendo altezze vertiginose, grazie alle zeppe, ai piedi di dive del cinema e soprattutto di popstar (le Spice Girls insegnano).
Da qualche stagione a questa parte, queste calzature dall’aria easy e sofisticata hanno acquisito nuovo lustro.
Con la sua prima collezione alla guida di Gucci, Alessandro Michele sbalordisce tutti con le Princetown, mules/mocassini foderati di pelliccia.
Da lì in poi tutti, da Miu Miu ad Alberta Ferretti, Givenchy, Balenciaga, N°21 ai brand emergenti come Giannico, passando per i colossi del low cost, come Mango e Zara, le hanno reinterpretate e rese intercambiabili tra gli outfit da passerella e i look dello streetwear più contemporaneo.