14 maggio. Sono più di due mesi che l’Italia, come molti altri Paesi al mondo, sta combattendo la sua lotta al COVID-19. Un virus che è entrato nelle nostre case, tra i nostri cari, nella nostra quotidianità, che ha invaso e sconvolto tutte le sfere della nostra vita.

Oggi ci vogliamo interrogare sui cambiamenti che sta subendo un sistema complesso come la moda. Come la moda sta reagendo al coronavirus? Com’è lo stato attuale? Cosa sarà tra 12 mesi?

La diffusione globale del coronavirus sta influenzando fortemente l’industria della moda. Man mano che la pandemia di coronavirus si diffonde, aumenta anche il suo impatto negativo.

Il covid-19 si è costantemente diffuso in tutto il mondo da quando ha avuto origine nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Più di quattro milioni di casi nel mondo ad oggi. Molte nazioni europee tra cui Francia, Spagna, Germania e Italia, sono in fase di blocco parziale o totale nel tentativo di contenere il virus.

Covid19 futuro moda

Il covid-19 sta avendo sempre più un impatto negativo sull’industria della moda, essendosi intensificato nel bel mezzo della stagione Fall/ Winter 2020-2021, portando brand e maison a chiudere le porte e posticipare le prossime sfilate. Un sistema moda che risentiva di una crisi di valori già da diversi anni, si trova ora in un momento di ridefinizione fondamentale dei suoi stessi paradigmi.

Da Inditex a LVMH, molti grandi nomi nel settore dell’abbigliamento e della moda sono in testa alla lotta contro la diffusione del coronavirus. Inditex ha offerto la sua catena di approvvigionamento e le sue capacità produttive per realizzare mascherine, guanti, occhiali e berretti da ospedale. LVMH ha dedicato alcune delle sue fabbriche alla produzione di igienizzante per le mani e tonnellate di mascherine. H&M ha donato attraverso la sua fondazione al fondo di risposta di solidarietà COVID-19.

Anna Wintour e Tom Ford hanno, invece, creato un fondo di salvataggio della moda riutilizzando i soldi dal premio esistente CFDA / Vogue. Originariamente istituito come risposta alla tragedia dell’11 settembre, viene riutilizzato oggi sia per raccogliere e distribuire fondi ai più colpiti, ma anche per raccontare le storie di chi lavora dietro le quinte dell’industria della moda.

In cerca di una risoluzione per la crisi sanitaria globale, Giorgio Armani ha donato 1,25 milioni di euro a ospedali e istituzioni in Italia. Oltre a lui Valentino, Versace, Bulgari, Prada, Dolce & Gabbana, Gucci, Trussardi, Benetton, Moncler, Calzedonia Group, Sandro Paris, Uniqlo, Geox, Diadora e molti altri mettono in campo donazioni ed iniziative di solidarietà dedicate a chi combatte contro il virus Covid-19.

Covid19 futuro moda, mascherine

Uno degli spunti più interessanti per la ripartenza arriva proprio da Giorgio Armani  che ha scritto un’Open Letter a WWD, Women’s Wear Daily. Una lettera che ha il valore di una road map per ripartire quando l’emergenza coronavirus sarà superata e ci sarà bisogno di ripartire dalle priorità, rallentando quei ritmi forsennati che il fashion system ha avuto in questi anni, ma che ha il sapore anche di uno sfogo.

Nella lettera Armani attacca il “fast fashion”, ossia quella moda dell’usa e getta, del cambiare continuamente, dell’avere sempre tutto a portata di mano, indipendentemente dalle stagioni. Un modo di fare che non è assolutamente più accettabile e che definisce “immorale”.

Per lui questa crisi è anche una meravigliosa opportunità per ridare valore all’autenticità, togliendo il superfluo, ritrovando così una dimensione più umana. Il futuro della moda deve necessariamente cambiare, “rallentare” e diventare più etico.

Ma in che modo il covid-19 influenzerà le tendenze della moda? La storia ci insegna che grandi cose nascono da profondi momenti di difficoltà. Prendiamo Coco Chanel che ha creato pezzi couture femminili da tessuti forati, quando i materiali erano scarsi, durante il periodo della Prima Guerra Mondiale. Ciò ha portato ad un enorme cambiamento nell’abbigliamento femminile. O anche la moda evasiva degli anni ’30 e ’40 che ebbe origine, appunto, da un’epoca di sconvolgimenti politici e incertezze future. Gli sforzi di reinvenzione creativa sono diventati forme di espressione durante questi periodi difficili.

Oltre ai grandi gruppi di lusso che evolveranno e troveranno nuove forme di esistenza, rimane centrale la questione della sopravvivenza della creatività più vibrante. Parliamo di freelance, medie e piccole imprese, talenti emergenti.

Covid19 futuro moda, Armani

Gli studenti di moda di tutto il mondo stanno trovando nuovi modi per utilizzare le loro innovazioni e competenze. Dopo aver visto le loro lauree e gli spettacoli universitari cancellati, gli studenti da Milano a New York si sono dati da fare per abituarsi all’apprendimento da casa. Senza una vera fine in vista, si stanno adattando alla loro nuova realtà il meglio che possono. Molti stanno improvvisando con studi di fortuna e forniture nelle loro case, ma man mano che la quarantena continua, sarà più difficile accedere ai materiali di cui hanno bisogno.

Nonostante tutto, la pandemia ha dato agli studenti di moda un’opportunità unica di unirsi alla lotta contro il coronavirus, usando le loro abilità per aiutare coloro che non hanno accesso a attrezzature mediche cruciali come maschere e abiti. Migliaia di studenti in tutto il mondo hanno cucito le  mascherine da distribuire alle popolazioni vulnerabili.

Nei giorni di #iorestoacasa per fronteggiare tutti insieme l’emergenza coronavirus, i social network stanno dimostrando la loro vera identità. Mettono in connessione le persone, azzerano le distanze, sono fogli bianchi su cui scrivere pensieri e parole che toccano il cuore. Numerosissime le iniziative social dei brand su Instagram  che stanno dando tantissimo sostegno. Per i brand moda la solidarietà passa (anche) attraverso la creatività.

Attività virtuali che mirano a coinvolgere il pubblico “a casa” e che raccontano le Maison e la loro filosofia in un modo nuovo. Laboratori di didattica online, tour virtuali di negozi e aziende, interventi di ospiti d’eccezione, eventi e workshop. Tutti studiati con un nuovo, moderno approccio, inclusivo e partecipativo.
Lo scopo? Contagiare… con la bellezza. Valentino, Alexander McQueen, Jacquemus, Fondation Louis Vuitton, Levi’s, Nike e tanti altri ci coinvolgono ed intrattengono, così che le giornate non sembrino lunghe e piatte.

Covid19 futuro moda, studenti

Qualche giorno fa è arrivata la notizia che si terrà dal 14 al 17 luglio la prima Milano Digital Fashion Week organizzata dalla Camera Nazionale della Moda Italiana per promuovere le collezioni uomo e donna.

La manifestazione presenterà, all’interno di un calendario digitale, le collezioni uomo primavera/estate 2021 e le precollezioni uomo e donna primavera/estate 2021. L’iniziativa nasce sulla scorta del successo del progetto ‘China, we are with you‘ che a febbraio 2020, in risposta all’assenza a Milano di buyer e press cinesi, ha permesso ad oltre 25 milioni di persone di assistere in remoto a tutte le attività di Milano Moda Donna autunno/inverno 2021 lanciando di fatto la prima versione digitale di una fashion week.

Possiamo dedurre che la crisi in cui ci troviamo ora darà il via senza dubbio ad un cambiamento nel modo in cui interpretiamo la moda. Come l’effetto delle guerre e delle pandemie dei secoli scorsi, anche noi dovremo concentrarci sulla qualità e sulla praticità. Forse sarà il momento delle piattaforme di noleggio e rivendita. Potremmo quindi desiderare articoli durevoli e facili da indossare, come quelli di una volta. Non saremo tutti i giorni vestiti in modo diverso, ma la sfida sarà reinventarci tutti i giorni e vestirci di nuovi valori. Investire in beni più essenziali ed essere più creativi con ciò che già abbiamo.

La moda potrebbe tornare alla sua bellezza di base, espressione di individualità. E nel frattempo, possiamo sperare che il mondo sarà in grado di guarire.

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