A triangolo, push-up, a balconcino, con ferretto, senza ferretto, a fascia: sono solo alcune delle tipologie di reggiseni attualmente esistenti. Il miglior alleato della donna può “sostenerla” nei momenti difficili e nella vita di ogni giorno rimanendo incredibilmente discreto.
Nato come elemento di biancheria intima ha mutato la sua funzione nel corso degli anni da indumento “comodo” a strumento di seduzione.
C’è chi preferisce non indossarlo in nome della lotta contro la società patriarcale o semplicemente perché lo ritiene poco confortevole; eppure il reggiseno piace, lo dimostrano le numerose sfilate dell’ultima stagione.
Prima di affrontare l’interrogativo: reggiseno sì, reggiseno no, è doveroso parlare dell’iter storico dell’indumento femminile per eccellenza.
La storia del reggiseno ha radici antichissime tanto che risulta difficile stabilire con esattezza a quando esso risalga. Alcuni dipinti appartenenti all’epoca della civiltà minoica che ritraggono donne intente a svolgere attività atletiche con indumenti simili a bikini, ne documentano la comparsa.
Il reggiseno continua il suo percorso fino ai tempi degli antichi romani quando le donne avevano l’esigenza di nascondere il loro seno perché considerato volgare. Vi erano più tipologie di reggiseno; il mammillare, ad esempio, era una fascia di cuoio che comprimeva le forme, mentre lo strophium veniva utilizzato per sostenere il petto senza schiacciarlo. Addirittura alcuni affreschi di un’ abitazione Pompeiana ritraggono giovani donne intente a danzare per l’imperatore Tiberio in vacanza a Capri, con indosso una sorta di perizoma e una fascia che copre loro le forme. Nelle epoche successive le donne hanno indossato scomodi corsetti aboliti definitivamente nel 1910 con la nuova moda messa in atto dal couturier Paul Poiret.
Prima che la donna venisse “liberata” dal corsetto è importante ricordare una figura dai più dimenticata: Hermine Cadolle, la quale aveva presentato all’Esposizione Universale tenutasi a Parigi nel 1889 due triangoli in seta che venivano allacciati sul dietro. La proposta della parigina è probabilmente la prima testimonianza di quanto più simile possa essere ad un reggiseno moderno, eppure l’idea non venne accolta subito, bisognerà attendere fino ai primi del secolo scorso perché ci si accorga dell’innovazione.

Dapprima in seta, negli anni ’30 il reggiseno comincia ad essere confezionato anche in materiali più elastici come il nylon e il rayon e ad essere immesso sul mercato a prezzi più accessibili. Negli anni ’50 esso vive il suo momento di gloria, quando le pin-up, giovani donne procaci, esasperavano le loro forme a tal punto da usare dei rudimentali push-up detti “Very Secret”, cioè dei reggiseni provvisti di cuscini d’aria atti a “gonfiare” ulteriormente il petto. Dello stesso periodo è il “bullet bra”, dalle coppe a punta, realizzato tramite una nuova tecnica detta “whirlpool circle stitch”. Jean Paul Gaultier realizzerà un corsetto per Madonna negli anni ’90 prendendo ispirazione dal noto reggiseno “a proiettile”.
Gli anni ’60 ribaltano totalmente i canoni di bellezza femminile tanto che il reggiseno diventa quasi un indumento superfluo. Difatti in quel periodo con  la comparsa dei primi modelli di minigonna, l’abbigliamento pone l’attenzione sulla parte inferiore del corpo delIe ragazze magre e filiformi. D’altra parte i movimenti femministi non aiutarono ad accrescere la fama del reggiseno, anzi, molte donne in quel periodo scesero in piazza bruciandone a migliaia per manifestare il loro dissenso nei riguardi della società maschilista.
Gli anni ’70 segnano la nascita dei reggiseni senza cuciture, ne fu brevettato uno saldato con gli ultrasuoni.
L’immagine della donna cambia ancora una volta e negli anni ’80 il reggiseno viene mostrato per valorizzare le forme femminili. Modelle e celebrità erano solite sfoggiare reggiseni vistosi sui red carpet. Il body è uno degli elementi distintivi di questo periodo, ne venivano confezionati in ogni fantasia e colore.
Gli anni ’90 segnano il boom dei reggiseni sportivi, dovuto alla crescente diffusione dell’aerobica e del jogging. Nacque in quel periodo il Wonderbra, il “reggiseno portentoso”, capace di accrescere di una taglia il seno delle donne che ne volevano fare uso.

Villa-romana-del-casale-Sicilia, storia del reggiseno

Villa Romana del Casale Sicilia

Alla fine di questo “viaggio” alla scoperta dell’indumento femminile per antonomasia, si può notare come la donna sia stata da sempre portata ad indossare indumenti che modifichino in modi più o meno evidenti e – aggiungerei – più o meno dolorosi le forme del proprio fisico. A tal proposito sembra interessante il lavoro del fotografo americano Justin Bartels che ha cercato di mettere in evidenza come le donne siano condizionate dalla moda a tal punto da costringere i propri corpi in scomodi capi d’abbigliamento, tanto stretti da lasciare segni di evidente malessere fisico sulla pelle. Corpetti, leggins, reggiseni, jeans attillati e tacchi alti possono avere un impatto negativo non solo sul corpo delle donne, ma anche sulla loro mente, contribuendo ad amplificare ulteriormente il senso di inadeguatezza e di imperfezione che da troppo tempo le affligge. Il corpo non va corretto, eppure ogni giorno gli indumenti che indossiamo lasciano sulla pelle delle “impressioni”a cui l’artista americano ha intitolato la sua raccolta.

Reggiseno sì o reggiseno no? lo si indossa per abitudine o perché realmente utile? Vero è che un seno grande necessita di un sostegno per non gravare sulla schiena dei soggetti interessati, eppure secondo alcuni studi recenti il numero di svantaggi supera di gran lunga quello dei benefici che questo indumento dovrebbe apportare al fisico delle donne. E’ stato dimostrato che l’uso costante e prolungato del reggiseno provoca un indebolimento dei muscoli pettorali, inoltre stando alla tesi pubblicata nel 2013 da Jean-Denis-Rouillon, specialista di medicina sportiva, l’indumento esclusivamente femminile può addirittura incrementare le possibilità di cedimento del seno.
La triste verità è che le donne si sentono in perenne lotta con il proprio corpo e a volte non indossare il reggiseno può essere motivo di disagio perché secondo la nostra società principalmente fondata sull’immagine, il seno deve essere sodo e florido; inoltre stando all’opinione comune i capezzoli femminili vanno nascosti e censurati in maniera opportuna. Finalmente nel 2013 l’ attivista e filmaker Lina Esco ha dato vita al movimento “free the nipple” con l’intento di liberare la società dai tabù legati alla parte superiore del corpo femminile.
Nelle ultime sfilate, il reggiseno torna alla ribalta sulle passerelle; il capo intimo più amato/odiato dalle donne, esce in bella mostra e si posiziona direttamente sopra abiti e top sconvolgendo e divertendo al tempo stesso.

Certo, il reggiseno sopra gli abiti disorienta e fa discutere ma non è una novità; Miuccia Prada infatti, nel non molto lontano 2014 aveva anticipato i tempi -come di consueto- impreziosendo abiti e cappotti dall’aria retrò con maxi stampe iper colorate e con reggiseni direttamente ricamati sugli abiti e tempestati di pietre scintillanti. Con la collezione primavera estate 2014, la designer più groundbreaking di tutti i tempi ha voluto rappresentare l’ “essenza della femminilità”, enfatizzandola con stampe di volti femminili, cristalli e pietre dure che disegnavano preziosi reggiseni seguendo le forme naturali del corpo. Al tempo stesso (la pioniera della moda) fu capace di stemperare l’eccesso di femminilità tramite l’uso di colori decisi come il verde militare e espliciti richiami al mondo dello sportswear.
Il risultato di questo mix vincente è l’immagine di una donna moderna che gioca con il suo io maschile e con quello femminile senza malizia.
Questa operazione “surrealista” può avere più chiavi di lettura. Indossare il reggiseno sopra gli abiti può essere un modo per stuzzicare in maniera divertente chi ritiene che questo indumento sia un prodotto della “società dell’apparire” che ci vuole belle e perfette, e al tempo stesso intende essere un modo per esaltare ulteriormente la femminilità delle donne, non sempre e per forza associabile al concetto di sensualità. Uomini e donne sono diversi ma uguali nei diritti e nelle opportunità, il reggiseno sopra gli abiti diventa veicolo di un messaggio più ampio, teso a sottolineare le differenze e ad annullare le diversità.
Dion Lee, ad esempio posiziona il suo reggiseno sopra una giacca avvitata, capo da ufficio per eccellenza. La donna non vuole sempre “provocare” (in senso sessuale), mettetevelo in testa: sembra essere questo il messaggio che intende comunicare il giovane designer australiano. Daizy Shely ci offre un’immagine diversa ma ugualmente interessante. Il suo corpetto paiettato è abbinato ad una felpa street e ad una gonna di lana a scacchi. Il contrasto glam/casual wear sembra funzionare ed è perfetto per chi intende trasgredire rimanendo nei limiti.
Il reggiseno di J.W. Anderson, direttore creativo della maison Loewe, sembra essere stato prelevato direttamente dall’armadio e cucito su un abito che cade morbido sul corpo. Uniche modifiche: manca di spalline, inoltre le code non sono provviste di ganci e si allungano fino all’altezza dei polpacci.
In sfilata, per la stagione autunno inverno 2018/2019, le case di moda: Moschino,Huishan Zhang, Marine Serre hanno optato per reggiseni di raso, incrociati e iper femminili. Completamente opposto ed innovativo è il reggiseno-corazza di Off-White, abbinato ad un vestito trasparente che lascia intravedere un paio di culotte estremamente maschili.
Ancora una volta la moda ci sorprende stravolgendo significati e funzioni dei capi d’abbigliamento e dimostrandoci che una donna può essere promotrice di uguaglianza anche se si decide di indossare il reggiseno, purché questo “sia a vista”-ovviamente.

Hermine-Cadolle-reggiseno storia del reggiseno

Hermine Cadolle, primo reggiseno moderno

Bullet-bra-anni-'50 storia del reggiseno

Bullet bra, anni ’50

Femministe-anni-'60 storia del reggiseno

Femministe, anni ’60

Reggiseno-anni-'70 storia del reggiseno

Pubblicità di un modello di reggiseno, anni ’70

intimo anni '80 storia del reggiseno

Pubblicità di un modello di reggiseno, anni ’80

Pubblicità Wonder-bra 2000 storia del reggiseno

Cartellone pubblicitario Wonderbra, anno 2000

Justin-Bartles Impression storia della moda

Courtesy of Justin Bartles, Impression serie

Lina-Esco-Free-the-nipple storia della moda

Lina Esco, free the nipple

Prada-SS-2014 storia del reggiseno

Prada SS 2014

Dion-Lee FW 18 storia del reggiseno

Dion Lee FW 18/19

Daizy-Shely FW 18/19 storia del reggiseno

Daizy-Shely FW 18/19

Loewe FW 18/19 storia del reggiseno

Loewe FW 18/19

Moschino FW 18/19 storia del reggiseno

Moschino FW 18/19

Huishan Zhang FW 18/19 storia della moda

Huishan Zhang FW 18/19

Marine-Serre FW 18/19 storia del reggiseno

Marine Serre FW 18/19

Off-White FW 18/19 storia del reggiseno

Off-White FW 18/19

Ferretti SS 16 storia del reggiseno

Ferretti SS 16

JW-Anderson-SS16 storia del reggiseno

JW Anderson SS16