Designer emergenti: Faustine Steinmetz SS 18

Da sempre lontana dalle passerelle, Faustine Steinmetz era solita esporre i suoi lavori in esibizioni d’arte. L’aspetto glamour e la celebrazione della bellezza non sono mai stati affini ai suoi ideali, giustificando così la distanza presa dai riflettori degli show modaioli. Con un scenario post-apocalittico, la designer francese lascia tutti sorpresi con la sua presenza nella capitale della moda inglese e si fa largo tra i nuovi designer emergenti a sfilare durante la fashion week di Londra, portando il suo punto di vista originale e lungimirante oltremanica.

La super femminilità si contrappone alla decadenza, in una linea con pezzi unici e semplici da indossare: dieci capi presenti in ogni guardaroba sono stati rivisitati, decostruiti e ricostruiti dalla designer Faustine Steinmetz,- scopri qui la collezione PE2015 di Faustine Steinmetz – concentrata a dar loro una nuova estetica inaspettata. Usato in modo sostenibile e considerato il suo marchio di fabbrica, il denim è utilizzato in modo notevole in ogni sua collezione. Il suo interesse principale si focalizza, più che sulla forma e l’apparenza, sulla lavorazione dei tessuti. La matrice di ogni sua collezione è la materia, che in questa stagione avvicina la couture del suo mondo rarefatto alla strada.

Delicatamente lacerati, aggressivamente sfacciati e artisticamente marchiati e sporchi di vernice sono i look della collezione primavera/estate 2018: camicie dagli orli asimmetrici, strappati e irregolari, si affiancano a denim decostruiti, sdruciti e arricchiti da frange di fili di cotone; minimali stampe floreali su seta si contrappongono a sgualcite ma sorprendenti tute e felpe con il logo del brand; giacche da uomo oversize, pantaloni larghi e trench sono schiariti, smembrati e sporcati di acrilico.

Ogni elemento è coeso allo stile delle sue presentazioni precedenti e i contrasti tra abiti maschili e femminili aggiungono profondità e irritabilità alla collezione, fondendosi insieme in un misto di asprezza e coraggio.

Ogni dettaglio della collezione, dalle nail-art con le iniziali di Faustine Steinmetz, alle borse sproporzionate e monogrammate con finte stampe di Fendi e manici scultura, sono stati catturati dal regista Grégoire Dyer. Il documentario mostra, tramite l’intervento della stylist Georgia Pendlebury, il modo semplice e chiaro in cui si esprimono gli abiti della designer francese, tramite le riprese del backstage, girate con un i-Phone e in una bassa qualità, e i ciack da passerella, in alta definizione.

I modelli, di tutte le forme, età ed etnie, riflettono la personalità della designer, la quale non vuole mettere in risalto la perfezione, ma mostrare come la bellezza possa essere presente anche tra le persone reali, non codificate nei classici canoni estetici. Tra i vari modelli scelti, compare la celebre star degli anni ‘90 Fran Kohlin.

Un accento feroce è stato posto sul make up: nonostante sia molto semplice, grande attenzione è stata focalizzata sulle sopracciglia estremamente calcate, citazione alla pittrice messicana Frida Kahlo.