Lining Yao e il suo team del MIT Media Lab, in collaborazione con New Balance e i designer della Royal College of Art, hanno realizzato di recente un affascinante progetto di ricerca: si tratta di un nuovo tipo di abbigliamento chiamato Second Skin, che si tras-forma, ogni volta che il calore del corpo e l’umidità di chi lo indossa cambia.
“La moda sta cambiando e questo progetto ne è un’ulteriore prova. Credo che sia il momento di ripensare il modo in cui creiamo la moda e la ragione che c’è dietro la creazione di un abito.”, ha detto Oksana Anilionyte, lo stilista che ha lavorato al progetto Second Skin. “L’esperienza di indossare questi capi è molto particolare, in quanto prendono letteralmente vita quando si inizia ad indossarli.”
Per la sua ricerca, Lining Yao ha studiato il comportamento naturale del Bacillus subtilis natto, un batterio, comunemente usato nella cucina giapponese (in particolare, in un piatto a base di soia che si prepara per la prima colazione), che reagisce all’umidità atmosferica.
Le cellule, una volta organizzate nel tessuto, reagiscono a tutti i livelli di umidità: non appena l’umidità comincia a salire, i lembi cominciano ad arricciarsi fino ad aprirsi completamente al raggiungimento del 100% di umidità, consentendo la massima traspirabilità del tessuto.
“La biologia è la nuova, promettente disciplina per i progettisti, che possono lavorare con la sua adattabilità. – ha affermato Yao – La materia vivente, a differenza di elettronica, può crescere, evolvere, duplicare, dividere, e morire. È un incredibilmente potente mezzo, se lo si riesce a controllare.”
Nel caso di “second skin” il team del MIT ha utilizzato cellule natto in modo naturale, il che significa che queste non sono state modificate o riprogettate per fare qualcosa di altro, al di là della loro naturale espansione e contrazione. Ma, Yao già immagina come i designer potrebbero in futuro modificare la struttura del DNA di una cellula per svolgere funzioni più complesse, come l’aggiunta di bioluminescenza in un tessuto, o la creazione di un tessuto anti-inquinamento. “Siamo solo all’inizio“, ha ammesso Yao.
Però, lasciatecelo dire: è un inizio promettente.
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